![I Maremmani nel Mondo: Giovanni in Thailandia per dirigere la Camera di commercio](https://www.ilgiunco.net/images//images/2013/06/maremmani-nel-mondo-icona-66520.jpg)
a cura di Giulia Carri
BANGKOK – Nato a Siena ma cresciuto a Castiglione della Pescaia, Giovanni Quaratesi è Direttore Esecutivo presso la Camera di Commercio Italo Tailandese (TICC) a Bangkok, Thailandia.
Quando è cominciata la tua vita all’estero?
“Durante gli studi Universitari non sono mai riuscito a viaggiare molto, per vari motivi. La voglia di mettermi alla prova in contesti professionali diversi da quelli offerti dall’Italia c’è sempre stata e subito dopo la Laurea sono partito con una Borsa-lavoro per l’Australia, a Melbourne, dove poi sono rimasto per circa 3 anni. Dopo l’esperienza Australiana, ho continuato a viaggiare per un po’ e dopo una tentativo di tornare a lavorare in Italia, è arrivata l’offerta della Tailandia.“
Come ti trovi?
“Tutto sommato, mi trovo bene. Non mi sento ancora di chiamarla casa, l’aria di Bangkok è sicuramente più inquinata che a Castiglione della Pescaia, ogni giorno affronto piccole e grandi difficoltà dovute al fatto essere uno straniero emigrato, e non ho il lusso di vedere i miei amici e familiari quando voglio. Ho comunque il lusso di essere padrone della mia vita, non dover dipendere economicamente da nessuno e di fare un lavoro a volte difficile ma molto stimolante e ricco di opportunità di crescita professionale. In più vivendo all’estero ho imparato a trovare amicizia e sostegno anche nelle persone più inaspettate, a guardare al nocciolo delle cose e trovare risorse interiori che non pensavo neppure di avere.”
Cosa ti manca e come vivi la Maremma dall’estero? Torni spesso ?
“Purtroppo non riesco a tornare spesso. Mi mancano tantissimo i miei familiari, i miei amici e le piccole routine quotidiane che ti fanno chiamare un posto, casa. Mi mancano il cibo casalingo, i sapori, i silenzi della Maremma, l’aria pulita e il mare, bello d’estate e d’inverno.
Qui nella metropoli di Bangkok le occasioni di stare all’aria aperta sono davvero poche e sorrido sempre quando, quelle poche volte che rientro in Italia, principalmente per lavoro, i miei amici si stupiscano di non vedermi abbronzato. In realtà le molte ore passate in ufficio e vivere in una metropoli di 10 milioni di abitanti non permettono molte occasioni di sdraiarsi sulla spiaggia con la mitica noce di cocco tra le mani.”
I tuoi amici e le persone che incontri conoscono la nostra terra?
La Maremma è purtroppo (o per fortuna) perlopiù sconosciuta. La Toscana, il nome Toscana e le immagini ad essa collegate sono ben chiare a molti: le colline, i casali rossastri, i cipressi, Firenze, Pisa sono riconosciute direi universalmente.
Spesso però c’è molta confusione su cosa sia esattamente la Toscana: una città, un’area, una regione etc. Comunque poco importa. Importante è che questo nome a tanti Chilometri di distanza, faccia sorridere con aria sognante tutti gli interlocutori a cui dico da dove vengo.
In Tailandia la Toscana è forse il luogo più apprezzato d’Italia. Ci sono 3-4 villaggi turistici e centri commerciali fuori Bangkok a tema Toscana che si ispirano più o meno maldestramente alla nostra bella Regione, con nomi che vanno da Palio, a Primo Villa, passando per Toscana Valley, una lottizzazione di seconde case edificate ispirate a S. Gimignano vicino ad un campo da Golf, con un bel ristorante Cinese per i visitatori affamati.”
Cosa potenzieresti della Maremma per migliorarla?
“Una domanda impegnativa, alla quale forse non ho mai pensato veramente. Da una parte, egoisticamente, spero che la Maremma rimanga sempre immutata e simile a se stessa. Vivendo in una parte del mondo dinamica come il Sud East Asiatico sapere che in qualsiasi momento si possa tornare a casa e vedere gli stessi paesaggi, gli stessi edifici (bassi) e gli stessi odori e sapori è gran bella cosa.
Ma la storia degli ultimi 10 anni o forse più dell’Italia ci ha insegnato che il cambiamento è necessario. Chi si ostina a non cambiare, a lasciare tutto immutato è destinato a farlo comunque, in peggio e perdendo la capacità di guidare il cambiamento, subendolo.
La Maremma, cosi come forse l’Italia intera, ha bisogno, sia da parte della classe dirigente sia da parte dei cittadini di un forte attaccamento al territorio, di lungimiranza e di capacità di prevedere e guidare gli inevitabili cambiamenti. Direi che la prima parte è già presente, siamo forse un po’ deboli per le altre due.
Investire nell’educazione (primaria e secondaria) insegnando ai tutti i ragazzi, specialmente ai figli degli immigrati che sono e saranno sempre più in aumento, le peculiarità e le bellezze del nostro territorio potrebbe essere un ottimo inizio. Educazione civica e lingua Inglese (come minimo) gli altri ingredienti fondamentali per creare dei bravi cittadini, innamorati e rispettosi del proprio territorio e capaci di comunicarne le bellezze al mondo intero, non solo in lingua Italiana, che ahimè, non è poi così diffusa.
Un suggerimento, con un pizzico di amaro, sarebbe anche quello di dare la possibilità ai giovani Maremmani (Italiani) di buona volontà, che hanno vissuto e lavorato all’estero per tanti anni e che quindi hanno toccato con mano realtà diverse e sono ben consapevoli dell’immagine dell’Italia all’estero, di lavorare a stretto contatto – e alla pari- con la classe dirigente locale che, pur se validissima e forte dell’attaccamento al territorio, soffre per vari fattori, a volte di una poca lungimiranza e scarsa capacità nel leggere i cambiamenti in atto oltre ai confini del loro territorio.”
Cosa non cambieresti mai?
“Il territorio, la cultura storica e le tradizioni agro-alimentari. Ci dovrebbero essere per tutta la Maremma rigidi paletti per lo sviluppo edilizio e incentivi per recuperare gli edifici esistenti con precisi parametri che limitino le dimensioni e l’impatto sul territorio. Gli architetti Italiani sono famosi nel mondo, la nostra preparazione sulle energie rinnovabili, l’energia pulita e tecniche costruttive è all’avanguardia… forse dovremo cominciare ad usarla anche a casa nostra. La falsa immagine del progresso, calcolato per numero di edifici costruiti e mattoni impilati, ha una vita molto breve. Un territorio poco salvaguardato, sacrificato per la legge dei grandi numeri, è un territorio destinato al degrado. Gli esempi in Italia e in Europa sono moltissimi.
La cultura storica, i musei e le tradizioni agro-alimentari sono quello che fanno amare ai cittadini il proprio territorio e li fanno sentire parte di qualcosa di speciale. Sono le chiavi necessarie per costruire un turismo presente tutto l’anno e non solo nei mesi estivi. In Maremma abbiamo la fortuna di avere eccellenze in questi tre campi e non avere come priorità la loro salvaguardia ed il loro futuro sarebbe un errore.”
Torneresti ?
“Sicuramente sì. Ma non ancora, non adesso.”