![Raduno Casa Pound, Pd: «Non è accettabile» Anpi: «Oltraggio alla comunità» Comitato per democrazia: «Allarme»](https://www.ilgiunco.net/images//images/2018/09/festa-casapound-205834.jpg)
GROSSETO – Ancora polemica sul raduno di Casa Pound a Grosseto.
«Ormai da qualche anno il nostro territorio è il luogo dove si svolge il raduno nazionale di Casapound, un’associazione che già da tempo ha mostrato di richiamarsi al periodo più buio della storia del nostro Paese» afferma l’Unione comunale Pd.
«L’esibizione di contenuti che riportano direttamente al fascismo, il richiamo antidemocratico ad idee di sopraffazione e violenza deve trovare una condanna unanime da parte di tutti i partiti dell’arco costituzionale. Intolleranza, violenza, prevaricazione sono gli pseudovalori di questa sedicente associazione, che proprio in questi giorni balza agli onori delle cronache per aver aggredito un giornalista che svolgeva il proprio lavoro».
«Non è accettabile che detto movimento non sia fuorilegge, non è accettabile che la giunta di Grosseto, in passato ma anche oggi, abbia un comportamento accondiscendente verso tali soggetti che hanno (pseudo) valori incompatibili con la democrazia. Non è accettabile che il fine di una associazione sia la violenza».
«La libertà di manifestazione del pensiero è un valore assoluto ma che non può prescindere dal rispetto dei valori costituzionali ed il fascismo, in tutte le sue forme, è contrario ai contenuti della nostra Costituzione: non può essere un valore la negazione della democrazia e per questo ci impegneremo perché quella manifestazione non si tenga. Auspichiamo una netta presa di posizione da parte della società civile per far capire chiaramente che i fascisti non hanno diritto di cittadinanza nel nostro Paese».
«L’aggressione dei militanti di CasaPound ad un giornalista certificano, ancora una volta, la natura di una organizzazione che deve essere sciolta» afferma il comitato provinciale Anpi “Norma Parenti”. «Contro la legge ed il buon senso una “festa nazionale” in Maremma, terra macchiata indelebilmente dal sangue delle vittime dalle stragi nazifasciste».
«Anche quest’anno siamo fortemente preoccupati per l’oltraggio che dovrà subire la nostra comunità – spiega Luciano G. Calì, presidente del Comitato Provinciale “Norma Parenti” dell’Anpi di Grosseto – un oltraggio che si rinnova attraverso la presenza di una organizzazione politica che non ha mai negato i propri strettissimi legami con il fascismo. Inoltre, come già comunicato al prefetto, siamo fortemente preoccupati per i crescenti rischi per l’ordine e la sicurezza pubblica».
«L’ennesima “festa nazionale” organizzata da CasaPound nel prossimo mese di settembre, nuovamente protagonista in diverse località italiane di violenze e comportamenti in violazione della legge 20 giugno 1952, n. 645, della legge 25 giugno 1993, n. 205 e persino della XII Disposizione finale della Carta Costituzionale, non può e non deve essere derubricata quale semplice raduno di nostalgici poiché rappresenta un chiaro campanello d’allarme per la sicurezza collettiva e la tenuta democratica del paese, dato anche il risalto che la stessa organizzazione ha voluto darle attraverso i maggiori organi d’informazione approfittando dell’aggressione ad un giornalista che stava semplicemente documentando un evento».
«Siamo peraltro in linea con la richiesta reiterata da Roma da parte dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, perché la complicità è presente anche nel perdurante mancato scioglimento delle organizzazioni neofasciste. L’aggressione da parte di militanti di CasaPound al cronista della Stampa Andrea Joly, a cui va la nostra solidarietà, rivela un clima di squadrismo che non è soltanto strisciante. È ora che il ministro Matteo Piantedosi ed il presidente del consiglio Giorgia Meloni prendano provvedimenti urgenti e definitivi» conclude Anpi.
«Sarebbe un errore permettere lo svolgimento, per la quinta volta, della festa nazionale di CasaPound a Grosseto come annunciato dalla stessa organizzazione neofascista. Per questa ragione, come parlamentari del PD eletti in Toscana, abbiamo scritto alla prefetta di Grosseto perché eserciti le sue prerogative e vieti la manifestazione», hanno affermato i deputati e senatori dem eletti in Toscana Emiliano Fossi, Laura Boldrini, Simona Bonafè, Christian Di Sanzo, Silvio Franceschelli, Marco Furfaro, Federico Gianassi, Dario Parrini, Arturo Scotto, Marco Simiani, Ylenia Zambito.
«La Toscana e Grosseto nello specifico hanno pagato un prezzo altissimo durante l’occupazione nazista spalleggiata dal regime fascista. Non è accettabile che adesso, proprio qui, si svolga la festa di chi a quelle ideologie dichiaratamente si ispira e che fa della violenza uno strumento politico come dimostrano l’aggressione al giornalista della stampa Andrea Joly, qualche giorno fa a Torino, e a giugno scorso il pestaggio di quattro ragazzi della Rete studenti medie di Sinistra universitaria che tornavano da una manifestazione delle opposizioni. Nella Repubblica nata dalla Resistenza e fondata sull’antifascismo non ci può essere legittimazione per queste formazioni».
«Secondo noi del Comitato per la Democrazia Costituzionale di Grosseto ci sono due ordini di motivi di allarme che si pongono alle autorità cittadine e all’intera città rispetto all’annunciato raduno nazionale che gli aderenti di Casa Pound, autodefiniti “fascisti del nuovo millennio”, vuol tenere per la quinta volta nel nostro territorio».
«Il primo è di ordine pubblico, soprattutto dopo il brutale pestaggio del giornalista de “La Stampa”, Andrea Joly, avvenuto a Torino nei giorni scorsi. Dal 5 all’8 settembre avremo in giro personaggi, che ripetutamente si sono resi protagonisti di atti di violenza squadristica su tutto il territorio nazionale. Esiste un poderoso fascicolo agli atti della magistratura, mentre le autorità, in primo luogo il ministero degli interni, sono inadempienti nel far rispettare il dettato costituzionale, in primo luogo la XII disposizione finale della Carta che fa divieto alla ricostituzione del disciolto partito fascista, e le leggi vigenti, la legge Scelba (1952) e quella Mancino (1993). Le autorità cittadine preposte (Prefettura e Questura) sono responsabili della loro applicazione e delle possibili conseguenze della loro mancata applicazione. Oggi i dirigenti di Casa Pound vestono i panni dell’agnello invitando tutti al “libero confronto”, compresi quelli che hanno pestato, ma – come ben sanno i giornalisti delle testate grossetane – si sono guardati bene nelle precedenti edizioni dal farli accedere ai locali del raduno. Il tasso di violenza è proditoriamente aumentato negli ultimi tempi, forse approfittando della possibile “benevolenza” del governo, al di là delle parole».
«Il secondo di non minore importanza è di natura politica. L’amministrazione comunale, per primo il sindaco, è stata da più parti nel recente passato chiamata a esprimere la propria adesione ai valori della democrazia e dell’antifascismo, che improntano la nostra Costituzione. È stato risposto (ad esempio nella discussione intorno alla celebrazione della Festa della Liberazione dal nazi-fascismo) che questo era implicito nel fatto di aver giurato sulla Carta Costituzionale. Ecco questo è il momento di passare dalle affermazioni retoriche ai fatti. Vivarelli Colonna non può ipocritamente nascondersi dietro la libertà di pensiero, costituzionalmente tutelata. Dobbiamo ancora ricordare l’affermazione di Giacomo Matteotti, ucciso dagli squadristi fascisti, che “il fascismo non è un’opinione come le altre è un crimine”, affermazione divenuta legge dopo la vittoria della Resistenza. Abbia il coraggio civile di rispondere alle domande precise, che gli ha rivolto l’assessora regionale alla cultura della memoria, Alessandra Nardini: “Cosa pensa di Casa Pound?; Cosa pensa delle idee che quel movimento promuove?; Cosa pensa della necessità di sciogliere i movimenti neofascisti; Si riconosce nei valori dell’antifascismo?» prosegue la nota.
«Tutte le istituzioni repubblicane, le donne e gli uomini che le rappresentano pro-tempore, hanno il dovere di procedere allo scioglimento dell’organizzazione neofasciste, che come Casa Pound agiscono la loro posizione politica reazionaria con la violenza delle parole e dei fatti».