![Torna il Giocagin, in 230 sul palco con ginnastica, danza e solidarietà](https://www.ilgiunco.net/images//images/2017/02/giocagin-2016-ginnastica-181326.jpg)
GROSSETO – Festa grande sabato 25 febbraio al palasport di via Austria con il Giocagin, uno degli appuntamenti più importanti nella stagione sportiva della Uisp di Grosseto. A partire dalle 15,15 coreografie di ginnastica e danza animeranno l’impianto cittadino per due ore, con 230 giovanissimi, giovani e meno giovani atleti che si alterneranno sul palco.
Tre saranno le esibizioni della Società Ginnastica Grifone, due dell’Area 42 Roccastrada, dell’Artistica Grosseto e della Dance System; un’esibizione a testa per Cp Europa, Csn Porto Santo Stefano, Polvere di Magnesio, Argentario senza ostacoli, Polisportiva Barbanella Uno, Rianimazione Latina.
Immancabile l’esibizione di Vittorio Valvo agli anelli, posta a metà delle coreografie, mentre al termine sarà ripetuto il flash mob al quale parteciperanno tutte le società e che sarà guidato dall’Area 42. Tutti gli atleti che saliranno sul palco si sentiranno protagonisti e impegnati in una nobile causa, basti pensare che in 22 anni Giocagin in Italia ha permesso di raccogliere 911.155 euro da destinare a tantissimi progetti.
Anche quest’anno Grosseto sarà presente assieme ad altre 46 città, stavolta con l’obiettivo di aiutare i bambini in fuga dalla Siria. In Libano la regione della Bekaa in particolare, accoglie il più alto numero di rifugiati siriani, circa 360,733 secondo gli ultimi dati forniti dall’Unhcr. Nel cuore di questa regione, a giugno, il villaggio di Qaa, a ridosso del confine siriano, è stato vittima di un’ondata di attentati terroristici e il sindaco del paese ha deciso di chiudere le porte ai rifugiati siriani. A pochi chilometri dal villaggio di Qaa, sorge il distretto di Macharia al Qaa, una sorta di terra di nessuno che ospita all’incirca 30.000 rifugiati siriani. Successivamente al pluri-attentato di Qaa, le autorità libanesi hanno emesso nuove e severe misure di sicurezza il cui impatto ha gravemente danneggiato la libertà di movimento della popolazione di rifugiati che vivono all’interno del distretto. Fra queste misure, anche il divieto per qualsiasi organizzazione umanitaria di accedere a Macharia al Qaa.
Ciò significa che per alcuni mesi, Macharia al Qaa è rimasta completamente priva di qualsiasi assistenza umanitaria, rendendo quasi impossibile per la popolazione siriana (composta soprattutto da donne, bambini e anziani) l’accesso ai servizi essenziali (in particolare assistenza sanitaria). Nel mese di ottobre, Terre des Hommes Italia è riuscita ad ottenere il permesso di accedere a Macharia al Qaa dalle autorità libanesi. La situazione trovata è tragica. Nei campi manca di tutto, cibo, vestiti, medicinali, acqua potabile. Sono stati riportati casi di malattie dell’apparato intestinale e respiratorio. Nonostante la possibilità di accedere a Maq, resta comunque difficile assistere le famiglie poiché molte di esse dipendono dalle decisioni del proprietario terriero su cui sono installate le tende in cui vivono. Fatto che aumenta il rischio di sfruttamento delle famiglie, tra cui il lavoro minorile e violenze nei confronti dei bambini e delle donne.