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GAVORRANO – Nella giornata di oggi sembrava che si accendesse la speranza e che finalmente fosse stata fissata la prima data del processo della strage Erasmus.
In queste ore sta circolando la notizia, diffusa sia dai media spagnoli che italiani, che il tribunale di Tarragona stia per aprire le sue porte ad un processo. Un traguardo che le famiglie delle 13 vittime attendono ormai da sei anni e mezzo. La data della prima udienza sarebbe stata fissata per il 15 settembre.
Quello che però sembrava un raggio di luce, in realtà è soltanto un incontro tra il giudice responsabile e le parti legali, proprio per stabilire le modalità e i tempi del processo. Certo, è un passo nella direzione giusta, ma è soltanto una fase preparatoria e non l’inizio del processo.
«Mediante notifica – cita la comunicazione originale inviata ai familiari delle vittime da parte dei legali spagnoli -, gli avvocati sono stati convocati per il giorno 15 settembre nella sezione penale di Tortosa per mantenere una riunione con la giudice con lo scopo di stabilire un calendario per il processo. Nella riunione si cercherà di risolvere anche eventuali questioni preliminari».
È quindi chiaro che il 15 settembre si terrà una riunione importante, ma non si tratta assolutamente della prima udienza del processo.
Dalle notizie, più o meno precise, che in queste ore giungono dalla penisola iberica ce n’è anche un’altra: il Pubblico ministero ha chiesto, sulla base del rito abbreviato, una pena di quattro anni per l’autista al volante nella notte fatale del 20 marzo 2016. Una decisione che ha fatto infuriare i genitori delle studentesse rimaste vittime del tragico incidente.
«Questo è assolutamente inaccettabile – commenta Gabriele Maestrini, il padre di Elena -, e con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione ci opporremo al rito abbreviato perché durante il processo dovranno essere chiarite anche le corresponsabilità dell’accaduto».
«È una richiesta vergognosa e simbolica – aggiunge – che non deve essere accettata in quanto nel processo, come più volte richiesto, devono essere coinvolti e valutati gli operati con relative responsabilità anche di Esn, Erasmus, Università di Barcellona, il datore di lavoro del conducente e non da ultimo il gestore dell’autostrada al momento della tragedia. Mi auguro che questa nostra richiesta sia valutata con molta attenzione e portata avanti, in quanto la condanna del solo autista non darebbe giustizia alle nostre ragazze e non potrà tutelare la vita di tutti gli altri studenti che in futuro vorranno fare esperienze di studio e di vita con più sicurezza».
Il Giunco.net ha prodotto un podcast in quattro puntate che racconta tutta la vicenda della tragedia Erasmus. Lo potete asoltare QUI