Lutto

Cordoglio per la scomparsa di Nello Bracalari: «Ci lascia un simbolo di democrazia ed antifascismo»

Nello Bracalari

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GROSSETO - “Con la morte di Nello Bracalari se ne va una parte significativa della memoria storica del nostro territorio: di un tempo in cui i valori della democrazia e dell’antifascismo non erano scontati ma andavano difesi ogni giorno ed a rischio della propria vita"

È quanto dichiara Marco Simiani, deputato Pd, sulla scomparsa di Nello Bracalari, staffetta partigiana della provincia di Grosseto e presidente onorario del comitato provinciale Anpi.

"Ho conosciuto Nello quando ero ancora un ragazzo; parlare e confrontarmi con lui mi ha formato e dato strumenti per cercare di affrontare le problematiche politiche e sociali con concretezza ed empatia. C’è stata una sua frase, che mi è sempre rimasta impressa: ‘Oggi come allora sono sempre dalla parte dell’ oppresso, dell’ aggredito. Tra Davide e Golia, oggi come allora, sono sempre dalla parte di Davide, dalla parte del più debole’”.

"Ci sono persone semplici che incutono negli altri un rispetto profondo per la saggezza che incarnano. Nello Bracalari era una di queste persone, e il fatto che se ne sia andato non lascia fra chi è rimasto un vuoto, ma il ricordo bello di una persona che costituisce un esempio di ciò che ci dovremmo sforzare di essere". Così la segretaria della Camera del lavoro della Cgil, Monica Pagni, insieme allo Spi Cgil ricordano Nello Bracalari, scomparso nella giornata di giovedì.

"In queste occasioni si è soliti ricordare le persone per gli incarichi di rilievo pubblico che hanno ricevuto. Nello ha avuto una vita lunga e intensa, e oggi mi piace ricordare la sua militanza ininterrotta nel sindacato a partire dagli anni Quaranta, quando per la Cgil si occupava della categoria dei minatori. Ma credo che quello che di lui rimarrà nei prossimi anni nella memoria dei grossetani, sia il suo impegno entusiasta e indefesso nelle file dell'Anpi per trasmettere alle nuove generazioni i valori democratici dell'antifascismo e della partecipazione civica. Impegno che ha sempre onorato con quella sua inconfondibile bonarietà sposata a sobrietà e intransigenza sui valori, che sapeva comunicare a ragazze e ragazzi con parole semplici e dense di significato. Ciao da tutta la Cgil grossetana, compagno Nello. Che la terra ti sia lieve!".

"Nello Bracalari (classe 1928) rappresenta per i grossetani la memoria della Resistenza" afferma l'Isgrec Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea. "Staffetta partigiana a soli 15 anni, il gavorranese Nello ricordava sempre che a suscitare in lui e in altri giovani le prime riflessioni che precedettero quella scelta furono le occasioni d’incontro familiari come il Primo maggio o la trebbiatura, quando qualche parente più anziano di nascosto intonava canti come “L’Internazionale”. Il padre, Amedeo, era stato un socialista, che aveva rinunciato a lavorare nelle Ferrovie per non doversi iscrivere al partito fascista; era tornato a fare il mezzadro in un podere vicino a Caldana e la famiglia viveva in difficili condizioni economiche tanto che Nello aveva dovuto lasciare la scuola a dieci anni per aiutare nei campi. Quando il fratello Nivo, che era stato militare sul fronte greco-albanese, riuscì a tornare a casa dopo l’8 settembre, dovette decidere se rispondere al Bando Graziani nel novembre 1943 (che obbligava gli sbandati ad arruolarsi nella RSI): andò alla macchia col parere favorevole dei familiari e fu Nello da quel momento a occuparsi di portargli da mangiare".

"I giovani alla macchia nella zona aumentarono rapidamente fra il 1943 e il 1944, a coordinarli Belli Benvenuto, capomacchia appartenente al Pci clandestino che riceveva istruzioni dagli uomini della nascente Resistenza grossetana: diceva che quando si fossero organizzati attraverso la presenza di un radiotelegrafista, allora ci sarebbero stati dei lanci; in attesa c’erano il gruppo delle Lame e un altro gruppo che s’era insediato nella Folloncina, oltre alla banda di Tirli che era comandata da Thomm. Nello lì era il più giovane, addetto “alle comunicazioni”, che doveva avvisare che stessero svegli e all’erta quando i tedeschi si avvicinavano alla zona. Alla fine della guerra però né lui né il fratello chiesero il riconoscimento dell’attività partigiana, considerando con modestia il loro contributo".

"La memoria storica conservata da Nello travalica però l’esperienza partigiana in sé. Con lucidità ha trasmesso in molte interviste e interventi pubblici il suo sguardo di ragazzo sul fascismo e sulla guerra e ha anche riflettuto sulla storia del territorio maremmano nel dopoguerra, che lo ha visto protagonista e partecipe nell’attività politica e sindacale. Iscritto alla Fgc già dal 1945, il giovanissimo Nello si impegnò come responsabile comunista della zona del Bivio di Ravi e poi nel 1951 fu eletto nel consiglio comunale di Gavorrano. In seguito, assunto come operaio alla cava Bartolina, iniziò l’attività sindacale e partecipò alle lotte contro i licenziamenti nel 1951-’52, che erano finalizzati a buttare fuori i comunisti delle Commissioni interne. Militò nella segreteria del Sindacato provinciale Minatori per tutti gli anni ’50 e ’60, dal 1961 al 1969 fu anche Segretario provinciale. Dopo la tragedia di Ribolla del 1954, fu lui ad accompagnare Bianciardi e Cassola a molte delle interviste che confluirono nell’inchiesta de “I minatori di Maremma”. Si concentrò poi sull’attività nel Pci di Grosseto di cui fu Segretario comunale; nel 1970 fu eletto Consigliere comunale a Grosseto (poi capogruppo) e divenne membro della Segreteria provinciale del Partito. Membro del Direttivo della Rama, nel 1975 Assessore alla Polizia Urbana, alle Attività Produttive, Turismo, Commercio, nel 1980 Presidente dell’Associazione intercomunale dell’area centro grossetana, nel 1987 eletto nel Consiglio e anche nella Giunta esecutiva dell’Ente di sviluppo agricolo e forestale. Dopo la pensione fu a lungo nel Comitato di garanzia del Pci maremmano".

"Sindacalista, uomo della politica e delle istituzioni, Nello non ha però mai messo in secondo piano il suo ruolo di testimone della lotta al nazifascismo, interpretandolo con la modestia e la semplicità che lo hanno sempre contraddistinto. Dal 2006 al 2012 fu Presidente dell’Anpi provinciale grossetana “Norma Parenti” e anche gli ultimi anni lo hanno visto impegnato nel testimoniare con lucidità la sua esperienza di staffetta partigiana. Sempre pronto a parlare con i giovani, di cui condivideva lo sguardo rivolto al futuro, ha avuto con l’Isgrec un rapporto speciale che ce lo fa oggi piangere come figura istituzionale ma anche come amico. Ognuno di noi ha ricevuto da lui un incoraggiamento, un affettuoso sostegno alle proprie ricerche, la disponibilità a raccontare e raccontare ancora per passare il testimone. La porta di casa sua era aperta ai giovani ricercatori, l’attenzione al lavoro che facevamo era sempre sincera. Da ultimo ci ha lasciato un piccolo dono, mettendoci in contatto con la famiglia di un partigiano grossetano che ha voluto affidare all’Isgrec il suo archivio. Per Nello quelle carte sarebbero state a casa all’Isgrec e così crediamo che sia stato sempre anche per lui".

Anche il Psi di Grosseto si unisce a tutti quanti ricordano la persona di Nello Bracalari. «Integerrimo - dice il segretario provinciale, Francesco Giorgi - rappresentante di una autentica cultura democratica e uomo che ha vissuto e portato avanti quei valori (di giustizia sociale ma non solo) che informano la nostra Costituzione e danno forma alla nostra libertà. Ci mancheranno la sua passione inarrestabile e la sua schiettezza, resterà però scolpita nella nostra memoria la forza del suo esempio».

 

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