Sciopero

Crisi Venator, mercoledì nuovo sciopero dei lavoratori: «No ai licenziamenti»

Pagni, Biliotti, Capponi e Dominici: «Sciopero di 8 ore dei dipendenti di Venator e imprese dell’indotto. Inaccettabile lo stallo nella trattativa sindacale. No alla riduzione del personale di Venator e ditte appaltatrici»

Sciopero Venator 23 settembre 2022

SCARLINO – Mercoledì 26 ottobre i lavoratori di Venator e delle imprese appaltatrici effettueranno uno sciopero di 8 ore.

Le maestranze si ritroveranno alle 9:30 in piazza Cavallotti a Follonica, di fronte alla sede del Comune, per poi attraversare via Roma con un breve corteo e arrivare a piazza Sivieri dove si terranno gli interventi dei rappresentanti sindacali e istituzionali. La scelta della manifestazione pubblica è finalizzata a tenere accesi i riflettori su una vicenda che interessa tutte le comunità delle Colline metallifere per i potenziali impatti occupazionali. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.

«A più di un mese dall’avvio della trattativa sindacale seguita alla decisione di Venator di dichiarare 41 esuberi fra i propri dipendenti e di ridurre le commesse alle imprese appaltatrici, con conseguente taglio di personale – sottolineano le confederali Monica Pagni (Cgil), Katiuscia Biliotti (Cisl), Federico Capponi (Uil) e Giuseppe Dominici (Ugl) – il confronto è ingessato per l’immobilismo dell’azienda che non ha dato risposte alle richieste dei sindacati di sospendere la procedura dei licenziamenti. Con l’obiettivo di trovare soluzioni alternative che consentano di superare il momento di difficoltà».

«Questo comportamento è del tutto inaccettabile, tantopiù che in questa fase il Settore Via e Vas della Regione Toscana sta svolgendo le istruttorie per trovare una soluzione ponte al problema dello stoccaggio dei gessi rossi, nella prospettiva dell’esaurimento degli spazi nella cava di Montioni, dove peraltro i conferimenti sono potuti riprendere in seguito a una sentenza del Tar della Toscana. L’azienda, ad ogni modo, deve farsi carico della responsabilità sociale nei confronti del territorio sul quale opera da decenni e garantire i posti di lavoro diretti e dell’indotto, impegnandosi a sottoscrivere un nuovo protocollo d’intesa per ridurre gli scarti industriali».

«Da tempo, inoltre riteniamo che questa vertenza, per l’impatto occupazionale ed economico che minaccia di avere sul tessuto sociale delle Colline Metallifere – oltre che sul comparto apuano della lavorazione del marmo che a Scarlino conferisce la “marmettola” utilizzata da Venator nel proprio ciclo produttivo – e a fronte dei limiti negoziali della governance locale, dovrebbe essere spostata al tavolo regionale che si occupa delle crisi aziendali, unico luogo istituzionale dove licenziamenti, questione indotto, soluzioni per i gessi e riduzione dello scarto hanno la possibilità di arrivare a sintesi».

«Ci auguriamo – concludono i quattro sindacalisti – che tutti comprendano la gravità del momento e contribuiscano col proprio impegno a trovare soluzioni percorribili e indolori. In gioco, infatti, ci sono almeno ben oltre cento posti di lavoro, stipendi per circa 6,5 milioni di euro, e la sopravvivenza dell’industria chimica nel comprensorio».

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