![Sicurezza, Pizzuti e Gabbrielli: «Problema di cultura civile che la politica deve affrontare»](https://www.ilgiunco.net/images//images/2022/08/valerio-pizzuti-e-amedeo-gabbrielli-261869.edi_full.jpg)
GROSSETO – “È sempre utile ragionare del diffuso disagio vissuto dai nostri giovani e cosa fare per aiutarli poiché questo disagio si può esprimere con episodi contrari alle regole del vivere civile che si ripetono e mettono in crisi la qualità della vita della nostra città. Grosseto avverte che questi episodi rischiano di mettere in discussione la tranquillità e la sicurezza pubblica e avverte con preoccupazione questo fenomeno e il passaggio dalla protesta da tastiera alla consapevolezza e alla condivisione è molto complesso perché impone un governo delle emergenze competente e non superficiale. L’incontro in Prefettura promosso dall’assessore Riccardo Megale e richiesto da noi ha confermato che è ben chiara l’origine dei mali, che le forze dell’ordine sono attente e presenti con piani ed interventi di prevenzione già stabiliti e programmati, con l’utilizzo di cani addestrati per la ricerca delle sostanze di abuso e personale specializzato, ma che la soluzione non è nel Palazzo di piazza della Vasca, è in un contesto di cultura civile che dovrebbe essere affrontato innanzitutto dalla politica e, in principal modo, da chi governa”, questo il commento dei consiglieri Valerio Pizzuti (Italia Viva) e Amedeo Gabbrielli (Forza Italia Ppe).
“Non esistono soluzioni semplici (sarebbe bellissimo se ci fossero) a problemi complessi – proseguono -. Il controllo serve, deve essere attento e puntuale non occasionale e, soprattutto, non concentrato sull’evento criminoso, ma anche sul contesto che lo genera. I cassonetti che tracimano rifiuti rendono la città peggiore non solo per un fattore estetico e igienico sanitario, l’abbandono dei rifiuti indica che si può non rispettare le regole di convivenza civile e questo lassismo apre spazi civici”.
“Tempo addietro si parlava di una città “sicura di se stessa”. Si tratta di una definizione che rimette in discussione il concetto di delega e impone un modello amministrativo che non guardi solo alla risoluzione del problema imminente, ma abbia una prospettiva di medio-lungo termine. La parola sicurezza è in realtà un contenitore fatto di tante sfaccettature ed ognuna ha una diversa soluzione ed approccio. Una città decade se non si è capaci di distinguere e ricondurre tutto nella direzione giusta sia per la risoluzione del problema immediato, che con una prospettiva di medio-lungo termine”.
“È così per i furti nelle abitazioni e nei negozi, il rapporto tra i cittadini italiani e migranti, il bullismo sulle mura, nel centro o nelle scuole, i danneggiamenti alle strutture di uso comune, e, anche, nell’abbandono dei rifiuti e nella cattiva tenuta del decoro complessivo. Questi temi non possono essere affrontati tutti allo stesso modo, hanno bisogno di risposte differenti, ma ognuno di essi concorre a determinare la sicurezza nella nostra comunità. L’appello alle forze dell’ordine, a cui confermiamo il nostro ringraziamento, è solo una piccola parte dei compiti che spettano a chi amministra una città”.
“Si recupera sicurezza, concentrando la nostra azione sulla bellezza della città, la rigenerazione degli spazi pubblici e privati. Si recupera sicurezza se si crea occupazione, perché le difficoltà economiche producono fenomeni di degenerazione. Infine ma non per ultimo, c’è la questione sociale e culturale: servono investimenti in proposte che aiutino la comunità a crescere. Scuola e famiglia sono il cardine intorno a cui far ruotare una proposta che occupi le nuove generazioni in attività che facciano sviluppare la creatività sociale e il legame con il luogo in cui vivono”.
“Non sfuggono i provvedimenti della Amministrazione comunale di Grosseto nell’ambito del decoro della città, ma riteniamo che questo impegno e i risultati debbano essere ancora migliorati. Questo incontro è solo l’inizio della nostra iniziativa tesa a mantenere vivo l’interesse su questo argomento, stimolando l’azione del Governo della città , la partecipazione diretta dei cittadini e fornendo sostegno alle famiglie”, concludono Pizzuti e Gabbrielli.