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GIUNCARICO – «La vicenda che andiamo ad approfondire oggi ha del grottesco, quasi surreale. Purtroppo, però, è tutto vero». Così il consigliere comunale Andrea Maule (Lega).
«Parliamo ancora una volta alla strada vicinale delle Sasse di Giuncarico. Strada già nota per l’evento franoso del dicembre 2018; a franare fu una porzione delle mura che costeggiano questa strada e che appartenevano alla vecchia fortificazione giuncarichese».
«Tutto ha inizio nell’agosto 2017 – spiega Maule -, quando il Comune di Gavorrano decise di riclassificare la strada vicinale, e di conseguenza le mura che la costeggiano nel lato nord. La strada diventa da pubblica a privata, ceduta così ai privati frontisti. Dopo poco più di un anno, dicembre 2018, una consistente parte delle mura è franata, ostruendo la strada vicinale e creando un evidente situazione di pericolo per l’intera area. Già qui la situazione ha dell’incredibile: giusto il tempo che il Comune si liberi di un bene pubblico, che eccolo collassare con inevitabili conseguenze per quei cittadini che se lo sono visti “regalare” dalla benevola amministrazione.
«Dall’evento franoso (dicembre 2018) ad oggi è poi successo l’incredibile. Andiamo ad elencarlo.
– Febbraio 2019: il nostro Gruppo Consiliare presenta una mozione con la quale impegna il Sindaco ad attuare una procedura affinché il Comune si riprenda in carico la strada delle Sasse e intervenga con il recupero e valorizzazione delle mura franate e dell’intera area. La Mozione viene respinta con il voco contrario dell’intera maggioranza.
– Novembre 2019: tra i privati frontisti della strada, ormai involontari proprietari della stessa, si innesca una Causa Civile. Il proprietario dei terreni sottostanti alla frana (danneggiato dall’evento) cita per danni i proprietari dei terreni e fabbricati soprastanti alla frana stessa.
– Aprile 2020: Il Consiglio Comunale adotta i nuovi Strumenti Urbanistici. In questi è previsto un progetto di recupero e valorizzazione della Strada Vicinale delle Sasse, per crearvi un percorso pedonale. In sintesi, il Comune prima o poi si riprenderà la strada del contendere e la renderà pedonale ed ovviamente, nuovamente, pubblica.
– Marzo 2022. Il Perito del Tribunale, nell’ambito della Causa Civili iniziale nel novembre 2019, stima un costo di ripristino dell’area di frana di circa 450.000 euro. Costo che per assurdo potrebbe essere imputato ai frontisti in caso di “perdita” della Causa stessa».
«Possiamo sintetizzare l’escalation sopra elencata così: prima il Comune si libera del peso di una strada e delle relative mura, a seguire rigetta la richiesta del nostro gruppo di riprendersela in carico, e in piena contraddizione con sé stesso dopo poco più di un anno “progetta” di riappropriarsene per valorizzarla. Nel frattempo, però, il generoso Comune lascia che i privati se la vedano tra di loro in una Causa Civile dove ballano cifre astronomiche in grado di rovinare economicamente e moralmente una persona».
«La manfrina attuata dall’amministrazione comunale è degna del peggior romanzo – rincalza Maule -, o forse è degna di una accurata indagine della Procura della Repubblica. Il nostro primo auspicio è che il Tribunale di Grosseto riprenda per il colletto il nostro caro Sindaco, affinché si assuma le sue responsabilità in questa vergognosa situazione. Impensabile che il Comune in un atteggiamento pilatesco si liberi di un bene pubblico già gravato da una serie di incertezze, per poi programmare addirittura di riprenderselo in carico solo dopo che alcuni privati si sono accollati l’onere di risistemarlo. D’altronde era noto a tutti, Comune in primis, che quelle mura erano in qualche modo pericolanti e da risistemare. Non sarà mica che il Comune a suo tempo decise di liberarsene proprio per la paura di dover intervenire con tasca propria? Lungi da noi rivolgere accuse così smisurate a amministratori particolarmente incompetenti».
«Su questa vicenda – conclude il consigliere comunale – focalizzeremo nelle prossime settimane la massima attenzione, non escludendo da subito l’ipotesi di rivolgersi alla autorità competenti e alla Procura della Repubblica affinché si apra una inchiesta atta a chiarire questa grottesca vicenda. Non lasceremo soli quei cittadini che si trovano oggi dinanzi ad una pericolosa Spada di Damocle giudiziaria, garantendo loro tutto il supporto possibile affinché il Comune, e di suoi approssimativi amministratori, si assumano le rispettive responsabilità».