L'intervista

A tu per tu con il compositore e direttore d’orchestra maremmano Maurizio Saragosa

maurizio saragosa

GROSSETO – Compositore di musica per film, teatro e televisione. Direttore d’orchestra e autore di brani orchestrali, cameristici e solistici, scrive musiche da commento per programmi televisivi Rai, Sky, Mediaset, per programmi radiofonici, documentari, cortometraggi, lungometraggi, spot televisivi e lavori teatrali. La mia intervista “a tu per tu” di oggi è con Maurizio Saragosa, che ringrazio.

“La musica esige che si guardi dentro se stessi, poi che si esprima quanto elaborato nella partitura e nell’esecuzione”. Lei, Maurizio, come commenterebbe queste parole di Ennio Morricone?

Mi trova d’accordo con queste parole. Si dice che la composizione è un misto di arte e scienza, e io credo che sia così; l’idea iniziale del tema, per esempio, può nascere in mille modi e spesso per caso, ma è soprattutto un fatto di emozioni interne del compositore; poi mano a mano che questa idea si sviluppa e viene elaborata in partitura, alla parte emozionale dell’arte si affianca anche quella tecnica, grazie alla quale si ha il risultato che si sente nell’esecuzione.

Che cosa l’affascina di più nel comporre musiche da commento alle immagini?

Mi piace l’idea di collaborare ad un progetto collettivo, dove anche io ho una parte, anche se non recito. In effetti la musica per immagini viene definita come un attore invisibile, che non si vede , ma si sente, che ha quindi i suoi momenti in cui recita, e momenti in cui tace, e come tutti gli attori, a volte ha un ruolo discreto, non invadente, a volte è in primo piano. Ecco, io dirigo questo attore invisibile, facendolo recitare secondo le mie idee. Comunque io non musico solo film, ma anche documentari (vedi sito: maurizio-saragosa.webnode.it), e in quest’ultimo caso la musica ha meno vincoli rispetto a quella per i film.

E qual è la difficoltà maggiore che si può incontrare, secondo lei, in tale composizione?

Una prima difficoltà è la tempistica. Spesso i registi o i produttori vogliono la musica in tempi abbastanza ristretti, per questioni connesse alle uscite delle produzioni, quindi, se non abbiamo idee, dobbiamo farcele venire.

Un altro problema può insorgere quando esistono divergenze tra il compositore e il regista sulla tipologia di musica da utilizzare. Il compositore di musica per immagini non ha sempre la libertà di esprimere i propri gusti musicali, essendo, in questo caso, un professionista al servizio del film e del regista. Se il registra non trovasse adatto un brano, potrebbe scartarlo e chiedere al compositore di scriverne un altro. Il prodotto finale scaturisce da una collaborazione tra il regista e il compositore. E’ una attività che richiede pazienza e spirito di accondiscendenza.

“Essere originali diventa sempre più difficile”, sono ancora parole di Ennio Morricone. Che cosa vuol dire essere originali per lei Maurizio?

Concordo ancora con il maestro Morricone. Dal punto di vista musicale, credo che sia stato detto tutto o quasi: l’orchestra è stata usata nei secoli in tutti i modi possibili, anche i suoni elettronici sono stati abbondantemente sfruttati, così come la fusione tra suoni orchestrali ed elettronici di cui il compositore Hans Zimmer (Rain Man, Il Gladiatore, Sherlock Holmes) è stato un pioniere, creando un filone musicale che è diventato anche un cliché.

Non credo sia necessario cercare l’originalità a tutti i costi, l’originalità è in ognuno di noi. Ogni compositore sviluppa un proprio stile che deriva in parte dal percorso di studi, in parte dalla propria sensibilità. D’altra parte Vito Lo Re, compositore di musica per immagini (La ragazza nella nebbia, L’uomo del labirinto) dice: “Se in un film una situazione musicale funziona bene ed è stata fatta e rifatta in altri film, perché non riutilizzarla?”

Quale sarà il suo prossimo lavoro?

Nel futuro prossimo una produzione non legata ai film: un CD di musiche eseguite da un pianista concertista, in primavera un progetto di un film con un regista con cui ho già fatto due produzioni.

Come vede la musica nel futuro?

Una bella domanda. Ad oggi la pandemia ha fermato la realizzazione di film, e di conseguenza la musica per immagini. I registi stanno ripartendo con nuove produzioni, ma con grossa fatica. In generale comunque vedo dei cambiamenti rispetto ad alcuni anni fa, sia nel modo di scrivere musica per immagini, sia nella distribuzione della musica in generale, ormai sempre meno ancorata ai supporti fisici come dischi, anche se stanno ritornando di moda, o CD, e invece sempre più “liquida”, nelle piattaforme digitali.

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