Grosseto

Apicoltura: al via il congresso nazionale. «Importante che si svolga in Maremma»

APICOLTURA API

GROSSETO – 60mila apicoltori e un milione e 500mila alveari censiti, il 50% stanziali e il 50% nomadi, per una produzione che vale 150 milioni di euro e con l’Italia che detiene il record di oltre 50 varietà di miele. Il 66% degli apicoltori sono produttori in autoconsumo e detengono circa il 24% degli alveari, i restanti producono a fini economici; 1.800 aziende (il 3% del totale) hanno 150 o più alveari, ma detengono il 50% (750mila) del totale delle colonie censite. Numeri ai quali si aggiunge il prezioso servizio di impollinazione che le api forniscono alla flora spontanea ed alle colture, che vale il 70% della nostra agricoltura, produzioni di punta comprese, e un valore stimato di 2 miliardi di euro.

Ecco la fotografia dell’apicoltura professionale italiana che da oggi, mercoledì 29 gennaio, a domenica 2 febbraio sarà al Congresso nazionale del settore n. 36 in Toscana (Grosseto, Hotel e Centro Congressi Fattoria La Principina) promosso da Aapi-Associazione Apicoltori Professionisti Italiani, Unaapi-Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani e Arpat-Associazione Regionale Produttori Apistici Toscani, con il patrocinio della Regione Toscana.

In arrivo da tutta Italia e da Paesi come Francia, Usa e Canada, gli apicoltori professionisti si confronteranno al Congresso con il mondo delle istituzioni, dell’università e della ricerca sui principali temi di interesse del settore, dal clima e gli effetti del cambiamento climatico alla crisi ambientale e la natura in affanno, contro cui lottano ogni giorno per salvare la vita delle api, sentinelle per eccellenza della salute del pianeta e della nostra, messe a dura prova anche dall’inquinamento ambientale dovuto a pratiche agricole scorrette, patologie e aggressori dell’alveare, ma che resistono grazie al lavoro di questi professionisti.

Uno scenario che nel 2019,secondo un Report straordinario dell’Osservatorio Nazionale Miele, ha visto ancora una volta crollare in Italia la produzione di miele, mediamente del 50% con punte del 70% in alcune regioni, e con previsioni che per il 2020 non sono buone. Una perdita produttiva con danni economici per gli apicoltori, alle prese anche con difficoltà di mercato dovute alla concorrenza sleale di mieli stranieri a basso prezzo ed adulterati, per affrontare le quali l’Unaapi è impegnata nell’indispensabile messa a punto di nuovi strumenti e percorsi volti a riqualificare, sostenere e promuovere il miele italiano d’eccellenza.

Dal Congresso – realizzato con il patrocinio di Provincia di Grosseto e Comune di Grosseto, in collaborazione con l’Osservatorio, Ambasciatori dei Mieli, Conapi, Le Mura, Servizio Cultura e Turismo Comune di Grosseto, Accademia Veneto Lombarda-Analisi sensoriale degli alimenti e con il contributo di Cia-Agricoltori Italiani e Toscanamiele – gli apicoltori avanzeranno le loro richieste alle istituzioni presenti, dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ai rappresentanti delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, con le associazioni di categoria, e la necessità di strumenti straordinari per gestire il rischio produttivo ed affrontare la gravità della crisi del settore. Situazione difficile che ha visto la Regione Toscana – dove gli apicoltori censiti sono 5.800, con 100mila alveari presenti in anagrafe, equamente ripartiti tra stanziali e nomadi; il 65% sono produttori in autoconsumo e detengono il 15% degli alveari, mentre il restante 35% gestisce a fini produttivi l’85% del totale delle colonie – attivare un fondo microcredito agevolato per gli apicoltori, e il Comune di Firenze firmare con Regione Toscana e Arpat un “Protocollo di intesa per la tutela delle api, dell’ambiente e degli apicoltori nel territorio comunale fiorentino”, a testimonianza concreta dell’attenzione delle Istituzioni nei confronti di questi temi.

Ma si parlerà anche degli interessi del settore in sede Ue, a partire dalla richiesta di una nuova Pac post 2020 più sostenibile e con una maggiore attenzione alle api, vere testimoni e “termometri” della qualità ambientale, e agli apicoltori professionisti, promotori da sempre di un nuovo approccio ad un’agricoltura più rispettosa della salute dell’ambiente e reali custodi delle api e della loro importante funzione nel mantenimento della biodiversità.

“Un grande plauso a chi pone attenzione e mette in campo azioni per la conoscenza di un comparto la cui importanza va oltre quello strettamente economico – commenta Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto e presidente della Provincia di Grosseto -: le api sono le sentinelle della salute di questo pianeta, presidiano l’equilibrio delicato dell’ecosistema in cui viviamo e la loro presenza o meno ha ricadute tangibili sulla totalità dell’agricoltura e quindi sul genere umano”.

“È necessario che le politiche europee sostengano, anche con misure finanziarie e strumenti di promozione, un settore così strategico. Credo che la politica e le Istituzioni a tutti i livelli dovranno adoperarsi per inserire nel Psr e nel Pac percorsi che rispecchino adeguatamente il ruolo ecologico delle api e tengano in considerazione le esigenze specifiche delle microimprese e delle piccole e medie imprese, comprese quelle che svolgono le loro attività nelle regioni ultraperiferiche – conclude Vivarelli Colonna -. Mi auguro che anche gli apicoltori si possano impegnare in un dialogo attivo con i vari soggetti”.

“Siamo davvero lieti che il congresso si svolga in Toscana, a Grosseto, zona particolarmente importante per l’agricoltura – interviene Angelo Gentili, responsabile nazionale di Legambiente Agricoltura -. I momenti divulgativi e di approfondimento scientifico sul tema degli insetti impollinatori e delle api in particolare saranno molti e importanti. Le api svolgono un ruolo fondamentale per la tutela della biodiversità, oltre ad essere fortemente connessi all’agroecologia, e sono sempre più minacciate dai cambiamenti climatici e dall’innalzamemto delle temperature ma anche dai processi di inquinamento, dai pesticidi di sintesi e dai neonicotinoidi. Basti pensare alla scarsa produzione che c’è stata quest’anno proprio a causa di una primavera più calda del solito e delle temperature più basse in maggio che rischiano di mettere in ginocchio l’intero settore”.

“Una cosa è certa: occorre favorire con forza e decisione il ruolo preziosissimo degli apicoltori, pionieri della biodiversità e della tutela ambientale oltre che dell’agroecologia. Anche la nuova Pac dovrà prevedere misure specifiche dedicate a questo settore e soprattutto pianificare una serie di interventi che favoriscano la diffusione delle api nelle aree agricole invece che metterle in difficoltà attraverso le molecole di sintesi. E ricordate – conclude Gentili -: acquistare miele tracciabile e italiano è l’azione diretta più esplicita a favore delle api che possono fare i consumatori per valorizzare un settore amico dell’ambiente”.

leggi anche
APICOLTURA API
Grosseto
Crisi apicoltura: «La Toscana a fianco dei produttori». Gli interventi in campo
api arnia miele 2012
Api
A Grosseto il 36esimo congresso italiano di apicoltura
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI