SCARLINO – «Il PD di Follonica si ricorda solo adesso dei lavoratori di Scarlino Energia. Se lo ricorda quando stanno per andare in scadenza gli ammortizzatori sociali: ma che lungimiranza. Oppure se ne ricorda solo perché sta preparando il campo in vista delle prossime elezioni amministrative?». Il circolo di Rifondazione comunista e Potere al popolo di Follonica attacca sull’inceneritore.
«Dove era il PD quando già qualche anno fa chiedevamo soluzioni pratiche per i lavoratori? Dove era il PD quando chiedevamo che venisse costruito un Centro di Riciclaggio che potesse, insieme ad un’estensione a tutta la città del sistema di raccolta porta a porta, ricollocare tutti i lavoratori di Scarlino Energia? Diciamo di più: si sarebbe dovuto ricorrere addirittura ad ulteriori assunzioni. Forse stava cercando di convincere l’ex assessore regionale Annarita Bramerini o l’attuale presidente Enrico Rossi, che volevano far ripartire l’inceneritore a tutti i costi?».
«Noi lo abbiamo sempre detto: non siamo contro l’inceneritore di Scarlino, noi siamo contro l’incenerimento in quanto pratica inserita nel ciclo dei rifiuti – prosegue Rifondazione -. Il PD è invece contro l’inceneritore di Scarlino, ma a favore di quelli, ad esempio, di Peccioli o di Acerra. Ricordiamo inoltre al PD e alleati che governano Follonica che alcuni lavoratori già da tempo sono stati trasferiti in altre aziende dello stesso gruppo. Ciò ha causato un calo netto del salario perché i lavoratori devono pagare, oltre alle spese di vitto, anche quelle d’affitto».
«Invitiamo queste forze politiche ad una presa di assunzione di responsabilità e di ammissione di colpa per ciò che hanno subito i lavoratori, lasciati soli al proprio destino. A questo punto è sì necessario ed anche fondamentale un prolungamento degli ammortizzatori sociali, ma questo solo se accompagnato ad un ripensamento dell’intero ciclo dei rifiuti, ad una creazione di un centro di riciclo che porterebbe un aumento dei livelli occupazionali. Non si devono ripetere i medesimi errori nel tempo: crediamo che ci sia bisogno di lavoro e non di mera assistenza, anche se quest’ultima assolutamente necessaria nel periodo immediato. I lavoratori non possono pagare le scelte sbagliate degli imprenditori o delle amministrazioni».