FOLLONICA – Fare il possibile per rilanciare l’economia locale e riaprire i cantieri nella seconda “città” della provincia; questo il tema e al tempo stesso la parola d’ordine dell’iniziativa pubblica della CNA a Follonica.
I dati del settore delle costruzioni dopo otto anni di crisi sono infatti drammatici: il numero delle compravendite in Italia si è praticamente dimezzato (dalle 840 mila del 2006 alle 417 mila dello scorso anno); i prezzi delle abitazioni, nello stesso periodo, sono diminuiti del 15,5% (25,5% al netto dell’inflazione); la riduzione dei canoni, l’incremento della morosità e la stretta fiscale avviata nel 2012 con l’introduzione dell’IMU (e i successivi aumenti deliberati dai comuni) ha compresso la redditività e sconsigliato l’investimento in abitazioni (se per ogni 100 euro investiti nel 2007 in una casa da affittare a canoni di mercato il guadagno realizzato è stato di 18,80, è da considerare che nello stesso periodo la casa ha perso il 15,5% del suo valore nominale); secondo l’Istat per numero dei permessi a costruire (fabbricati residenziali e non) rilasciati nel 2013 Grosseto è penultima in Toscana dopo Massa Carrara; in termini volumi di fabbricati (e quindi di metri cubi) Massa ne fa quasi il doppio. Grosseto, di conseguenza, è l’ultima provincia del Granducato).
Il fatturato del settore edile si è più che dimezzato – l’edilizia artigiana è passata dai 324 milioni del 2005 ai 130 del 2014 –; gli occupati del settore che nel 2007 – prima della Gande Crisi – sfioravano i 5 mila oggi raggiungono a fatica quota 2 mila; in caduta libera, e non potrebbe essere diversamente, il numero delle imprese artigiane (dalle 6.500 iscritte nel 2007, si è scesi alle 5.852 di oggi).
«Oggi più che mai – afferma il direttore di Cna Renzo Alessandri -, visto che gli interventi di sostegno al settore già fatti e quelli confermati nella legge di stabilità (IMU e Tasi prima casa e conferma degli incentivi) sembrano poter invertire il trend di un settore che tra il 2009 e il 2014 ha perso quasi il 30 per cento del proprio fatturato, la riapertura dei cantieri e il rilancio dell’attività edilizia potrebbe essere alla nostra portata».
Sulla base di queste premesse, il presidente comunale Marco Caverni e il direttore dell’associazione Renzo Alessandri hanno posto all’attenzione del sindaco Andrea Benini tre aspetti che potrebbero costituire i possibili “veicoli” per la ripresa: le procedure di gara, i provvedimenti contro il lavoro nero ed irregolare, gli incentivi con cui valorizzare le opportunità offerte dagli strumenti urbanistici comunali (con particolare attenzione alle opere di rigenerazione del patrimonio edilizio esistente).
Sulle procedure di gara.
Molti Comuni ancora propendono per le gare al massimo ribasso. I risultati che tale scelta produce sono noti: le opere sono affidate quasi esclusivamente a imprese che vengono da fuori Regione (i ribassi, oltre che fuori mercato sono spesso fuori da ogni logica); le stesse imprese presentano DURC rilasciati per decorrenza dei termini e anche questa è una discutibile forma di concorrenza diventa concorrenza (le imprese locali, infatti, sono sottoposte ad un controllo di regolarità contributiva reale); gli enormi ribassi rischiano di essere “ammortizzati” a discapito della sicurezza, del rispetto ambientale e da un minor costo del lavoro. Questi elementi, all’atto della loro emersione, diventano la prima causa di abbandono dei cantieri e del blocco delle opere (magari con qualche stato di avanzamento già incassato).
A giudizio di CNA responsabili dei procedimenti e Sindaci dovrebbero esplorare una strada diversa, riflettere sulle possibilità offerte dal Codice degli Appalti (offerta economicamente più vantaggiosa e procedure negoziate) per utilizzare, in ogni gara, la procedura più appropriata.
Lotta al lavoro nero e irregolare.
Una battaglia di civiltà (così è stata definita) e al tempo stesso una dimostrazione di rispetto per le imprese che operano nella legalità. L’adozione di un protocollo sulle buone pratiche nei cantieri, da sottoscrivere tra imprese e Istituzioni territoriali potrebbe favorire la soluzione del problema (un protocollo che impegni reciprocamente imprese e Istituzioni). I comuni a giudizio di CNA dovrebbero garantire una presenza costante nei cantieri aperti sul territorio e mantenere un atteggiamento inflessibile nei confronti delle attività irregolari; informare sulle loro responsabilità committenti e responsabili di cantiere (dalla richiesta di concessione fino al rilascio dell’abitabilità.
Infine, ma non per ordine di importanza, il progetto di rigenerazione urbanistica del patrimonio edilizio privato e pubblico.
La CNA, su questo fronte, è impegnata da tempo. «Abbiamo individuato e stiamo coordinando imprese che possono realizzare, a regola d’arte e chiavi in mano, la rigenerazione edilizia di un immobile, portandolo dalla classe G alla prima classe – precisa Alessandri -; abbiamo realizzato collaborazioni con Ordini e Collegi per offrire audit gratuiti ai potenziali committenti; abbiamo attivato convenzioni con Istituti di credito per finanziare a tassi agevolati questo tipo di interventi; possiamo contare, anche per il prossimo anno, su detrazioni fiscali legate a questo tipo di intervento. Sulla base di tali premesse anche al Comune di Follonica abbiamo chiesto di rimuovere le criticità che hanno “ingessato” i Regolamenti urbanistici (oneri urbanistici e indici di perequazione troppo onerosi in tempo di crisi; destinazioni d’uso di immobili e capannoni “figlie” di una programmazione superata dai tempi; possibilità di realizzare immobili funzionali alle nuove esigenze delle famiglie e delle imprese) ma soprattutto di incentivare, nel miglior modo possibile, gli interventi di rigenerazione e di efficientamento energetico, abbattendo il più possibile gli oneri e autorizzando gli ampliamenti volumetrici. Anche in deroga agli indici abitativi previsti».