![Pagamenti bancomat nei negozi, sanzioni per chi non si adegua. Appello ai parlamentari maremmani](https://www.ilgiunco.net/images//images/2012/05/soldi-denaro-euromod-25440.jpg)
GROSSETO – Dal 30 giugno scorso professionisti e imprese debbono, quando richiesto, e quando la transazione supera i 30 euro, accettare il pagamento a mezzo bancomat o carte di credito. Di conseguenza, tutti avrebbero dovuto dotarsi di un POS. «Questo non è avvenuto. In mancanza di incentivi per chi si fosse adeguato, di sanzioni per gli eventuali inadempienti e senza alcun intervento sui costi, dai 10 ai 15 euro mensili quello del noleggio e dallo 0,80 all’1,50 la percentuale sulla transazione, tale risultato era pressoché inevitabile». Commentano Carla Palmieri e Renzo Alessandri, presidente e direttore di Rete Imprese Grosseto. «Si è riproposta, ancora una volta, la confusione e l’approssimazione tipicamente italiana, con gli operatori interessati costretti come sempre ad “arrangiarsi”».
«Con più attenzione e meno improvvisazione – prosegue la nota – si sarebbe potuto disporre un’applicazione progressiva del pagamento elettronico, magari prendendo a base il fatturato: una limitazione che esonerava i soggetti con fatturato annuo inferiore a 200mila euro, opportunamente prevista, è stata purtroppo accantonata; definire una soglia più elevata, almeno 50 euro, e magari favorire, attraverso accordi quadro tra operatori finanziari, associazioni di categoria e consumatori, una riduzione dei costi e degli oneri posti in capo agli utilizzatori. Per non parlare della disponibilità dei dispositivi di pagamento: ma siamo proprio certi che le banche sarebbero state in grado di garantire, in tempo reale, la richiesta di migliaia di apparati POS?».
«A distanza di circa sette mesi, a fronte di un flop previsto e annunciato, anziché raccogliere, anche tardivamente, le indicazioni e le richieste delle associazioni alcuni senatori (Aiello, Gentile, Bilardi e Di Giacomo) hanno presentato un disegno di legge che a fronte dei maggiori costi sostenuti da chi si è nel frattempo adeguato, non dispone un credito di imposta ma solo la possibilità di detrarre, questi ultimi, dall’imponibile reddituale – affermano Alessandri e Palmieri -. Per gli “inadempienti”, invece, è prevista una sanzione che partendo da un minimo di 500 può raggiungere anche i 1.500 euro e, in caso di inadempienza reiterata, dispone addirittura la sospensione dell’attività».
«L’aspettativa delle categorie interessate era quella di un intervento legislativo in grado di rimuovere le criticità riscontrate – continua rete imprese Italia -: dall’obbligo di dover consegnare (in ogni caso) la merce al cliente, all’introduzione di un trattamento differenziato per scaglioni di reddito e una serie di incentivi concreti a favore delle imprese. La condizione di grande arretratezza che il nostro Paese sconta nell’uso della moneta elettronica, infatti, non è certo da ascrivere agli operatori del settore. Stime attendibili (Consorzio Bancomat, ABI, Banca d’Italia e Federdistribuzione) dicono che, attualmente, circa l’87% dei pagamenti viene effettuato in contanti. Solo 31 operazioni annue pro capite sono effettuate con strumenti alternativi (il 33% di una media europea che raggiunge 93 operazioni)».
«Tutto ciò, nonostante l’imponente numero di dispositivi di pagamento oggi in circolazione, 33 milioni di carte bancomat; 22 milioni di carte di credito e 18 milioni di carte prepagate: il 63,6% famiglie italiane è provvisto di carte di debito e il 31,6% dispone di carte di credito. Una situazione complessa che non si può pensare di affrontare e risolvere, unilateralmente e semplicisticamente, con un decretino fatto di due articoli che finirebbe per peggiorare le cose. Ciò premesso, Rete Imprese Grosseto invita i parlamentari locali a non sottovalutare la reale portata del problema – conclude la nota – e gli effetti che l’eventuale approvazione della norma potrebbe produrre».