![Due sub recuperano decine di nasse e reti abbandonate dal mare di Follonica e Scarlino](https://www.ilgiunco.net/images//images/2014/09/nasse-125164.jpg)
di Barbara Farnetani — Tweet to @Babi_Farnetani
FOLLONICA – Hanno perlustrato il mare per due ore, scrutando i fondali in cerca di nasse abbandonate e che sono diventate, nel tempo, non solo rifiuti che inquinano e deturpano la bellezza dei nostri mari, ma un pericolo per i pesci.
Sono le nasse abbandonate o perdute da quei pescherecci che praticano la pesca dei polpi. Le nasse (che una volta erano in vimini) sono una sorta di gabbiette fatte ad imbuto in cui il pescatore mette un’esca. Per il pesce, o per il polpo, è facile entrare, ma impossibile uscire visto la forma ad imbuto.
Quando la nassa è piena il peschereccio torna a ritirarla e la rigetta in mare. Quelle abbandonate o perdute, però, sono una sorta di buco senza fondo in cui centinaia di pesci perdono la vita inutilmente. La nassa infatti si autoalimenta: il pesce finisce dentro e non riesce più ad uscire divenendo esca per un altro pesce. All’infinito, o almeno sino a che la sabbia non le ricopre visto che, essendo di plastica e non più di vimini, non si biodegradano e distruggono più.
Per questo due subacquei del Circolo sub LNI Follonica con l’aiuto di alcuni pescatori professionisti (che tiravano su le reti abbandonate) questo pomeriggio hanno deciso di immergersi per recuperare quante più nasse possibile. I pescatori hanno anche presentato una denuncia alla Capitaneria di porto contro un gruppo di pescherecci che, da fuori regione, vengono per praticare questo tipo di pesca.
L’appello dei sub poi è a tutti, pescatori e appassionati sub «Se riusciamo ad organizzare un’uscita in un gruppo più numeroso, con l’appoggio dei pescatori professionisti e magari la vicinanza della Capitaneria di porto – conclude Antonino Vella -, ne portiamo a terra una montagna».