![Mabro: la lettera di una lavoratrice sulla cassa integrazione](https://www.ilgiunco.net/images//images/2014/01/mabro-assemblea-92986.jpg)
di Lorenzo Falconi
GROSSETO – La boccata di ossigeno è stata provvidenziale. Nella vicenda ex Mabro spunta un raggio di sole tra le nubi oscure, almeno per quanto riguarda i dipendenti, almeno per quanto riguarda l’immediato, in attesa di nuovi sviluppi sul destino della fabbrica, appeso sempre ad un filo. Il via libera del ministero del lavoro, alla concessione della cassa integrazione per i lavoratori dell’azienda di via Senese, ha fatto superare il primo ostacolo fissato a scadenza 7 febbraio, data oltre la quale, non sarebbero stati più garantiti ammortizzatori sociali per i 216 dipendenti di Abbigliamento Grosseto. Sull’argomento, interviene con un lettera inviata alla nostra redazione, una dipendente dell’azienda: «L’ultima assemblea unitaria, nella quale i segretari Cigl, Cisl, Uil ci hanno comunicato la decisione del commissario giudiziale Giampiero Russotto di dover scegliere tra la mobilità (licenziamento) o l’aspettativa non retribuita, è stata vergognosa – scrive la dipendente -. Ma come, un sindacato non dovrebbe tutelare i diritti dei lavoratori come il posto di lavoro e lo stipendio? Come si puo prendere solo in considerazione una proposta del genere e presentarla ai lavoratori già “uccisi” da tutta la vicenda. Ecco allora che, come sempre accade, sono intervenute le nostre Rsu che non ci sono state e hanno chiesto di andare a fondo, di informarsi in altro modo, di non adagiarsi, di muoversi. In pochi giorni è arrivata la soluzione. Adesso siamo salve almeno per un po’ e grazie a chi non si è arreso abbiamo continuità nella cassa integrazione».
«Allora cari segretari, visto che non era poi così impossibile come volevate farci credere? Visto che se si vuole si può? – conclude la dipendente – L’importante è, secondo me, non perdere di vista l’obiettivo da raggiungere, in questo caso i diritti dei lavoratori, quello per cui del resto è impostato il vostro lavoro e il vostro stipendio».