di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Ammazzalo, ammazzalo» Così, un cacciavite puntato alla gola, per oltre un’ora un grossetano ha subito le percosse di tre malviventi che hanno messo a soqquadro il suo appartamento nella vana ricerca di una cassaforrte. L’uomo era appena andato a letto, poi ha sentito un rumore, erano le 21,30, ha pensato che fosse la moglie che era rientrata a casa e invece, per tutta risposta, si è sentito sferrare un cazzotto in piena faccia. Poi, una mano sul collo e una sulla bocca, è stato girato a faccia in giù sul cuscino e qualcuno gli ha piantato un cacciavite alla gola. Volevano sapere dove era la cassaforte che però l’uomo non aveva «Ammazzalo» dicevano gli altri due al tizio che lo teneva per il collo. Le ricerche sono durate per circa un’ora. I tre hanno messo completamente sottosopra il piccolo appartamento rubando oro, gioielli e alcuni orologi, poi, così come erano entrati, i tre rapinatori si sono lanciati dal balcone del primo piano, dove si erano arrampicati usando i tubi del gas, e si sono dati alla fuga (nella foto il dirigente delle volanti, Antonio Marchiò, con i poliziotti che hanno effettuato l’arresto).
Quando l’uomo, ancora sotto choc, ha telefonato alla polizia dicendo di essere stato rapinato, è stato solo l’acume investigativo di chi è abituato a prestare attenzione ai particolari a mettere gli agenti sulla strada giusta. Mentre una delle volanti veniva inviata a casa dell’uomo, gli altri poliziotti si sono diretti dove, un paio d’ore prima, avevano visto una vettura con a bordo quattro persone mai viste, e che, sebbene non facessero nulla di strano, erano apparsi sospetti tanto da attirare l’attenzione degli uomini della Questura. Proprio mentre si mettevano sulle loro tracce, si sono visti sfrecciare davanti un suv con a bordo i quattro soggetti. Ne è scaturito subito un inseguimento, prima in città, poi sulla superstrada in direzione Follonica. 200 all’ora, senza che i rapinatori accennassero a rallentare.
Poi gli agenti hanno tentato il tutto per tutto, hanno sorpassato al vettura dei fuggitivi e si sono intraversati davanti a loro con il rischio di essere speronati dal suv. Vistisi persi, però, i malviventi hanno gettato la spugna. Una volta ammanettati, anche con il supporto della stradale, i poliziotti hanno trovato sul tappetino dell’auto la refurtiva: orologi, collanine, braccialetti e alcune medagliette, per un valore di circa 2 mila euro, oltre a quattro cacciaviti usati per forzare la finestra e minacciare il proprietario dell’appartamento. I quattro, un Serbo di 21 anni, un macedone di 30 anni, un ragazzo italiano di origine straniera ancora minorenne e un Italiano di 55 anni che aveva fatto da palo, sono stati arrestati e si trovano in carcere in attesa di convalida.
Quello che più spaventa è la scelta dell’orario fatta: le 21.30, un’ora in cui difficilmente la gente sta dormendo. In più i tre non hanno neppure suonato il campanello, per vedere se qualcuno era in casa. Insomma non sembrerebbe un furto che, solo per caso, si è trasformato in rapina, ma sempre di più ci si trova di fronte a gente pronta a tutto, pur di rubare pochi spiccioli.