GROSSETO – Situazione sempre più difficile per i conti italiani sotto attacco sui mercati internazionali. E mentre il governo Monti combatte gli effetti dello spread con la “spending review”, dalle province gli amministratori lanciano il loro grido di allarme. A farlo è il presidente dell’Unione delle Province Italiane (UPI) Giuseppe Castiglione.Con questa situazione e con i tagli previsti dai provvedimenti di questi giorni, si parla infatti di 500 milioni di euro in meno per il 2012 e di 1 miliardo di euro per il 2013, è a rischio l’apertura delle scuole. «Non siamo – ha detto Castiglione – nelle condizioni di poter assicurare l’apertura dell’anno scolastico».
Proprio qualche giorno fa anche il presidente della provincia di Grosseto Leonardo Marras aveva parlato chiaro sulle pagine de ilGiunco.net ribadendo le difficoltà di bilancio delle province toscane. Marras aveva ammonito: «dopo gli ultimi tagli cinque province toscane, compresa la nostra, sono al dissesto finanziario nel 2013». Una linea, quella anticipata da Marras, che viene sostenuta anche dal presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta. «Se il Governo non dovesse cambiare idea – ha detto Saitta – la metà delle province andrà in dissesto finanziario».
E notizie poco incoraggianti sul futuro delle province arrivano anche per quanto riguarda le decisioni sugli accorpamenti e le ridefinizioni territoriali. Il decreto varato dal governo parla di un termine di soli 40 giorni per definire gli accorpamenti. Un termine troppo breve che l’Unione delle Province Italiane ha chiesto che venga rivisto così come è stato chiesto che insieme alle province siano accorpati anche gli uffici periferici dello Stato. E tra le proposte lanciate dall’UPI c’è quella che era stata anticipata proprio da Marras su ilGiunco.net. «Siano i territori a decidere» è stato detto nella conferenza stampa convocata dall’Upi; una posizione del tutto simile a quella del presidente della provincia di Grosseto che aveva chiesto che a decidere sugli accorpamenti dovevano essere i consigli comunali.